I migranti: una forza che spaventa la Svizzera

Lampedusa lo sa non è un reato migrare
stasera sarà un ponte non una barriera esemplare
migrano balene e gli uccelli migratori
migrano gli esseri umani e io non calmo i miei bollori
saliti a bordo saliti nell’ inferno
Il più assassino di tutti è senza dubbio il governo !

                                                                                                   Assalti Frontali, Lampedusa lo sa

È di qualche tempo la notizia che è stato lanciato il Referendum popolare “STOP ai peggioramenti nel campo del diritto d’asilo“, il quale chiede che la modifica delle legge sull’asilo (LAsi) del 28 settembre 2012 venga sottoposta a voto popolare.
Per informazione, un referendum in Svizzera si ottiene quando “una parte della popolazione svizzera non approva una legge del Parlamento federale […]. Se riesce a raccogliere 50’000 firme in 100 giorni, l’oggetto sarà sottoposto al voto del popolo.” (cliccare qui per ulteriori delucidazioni)
In questo caso i promotori dell’iniziativa non approvano le modifiche effettuate il 28 settembre 2012 alla legge sull’asilo (LAsi) considerate “urgenti” dal Parlamento federale. Le ultime modifiche ed abrogazioni apportate ad una già severa legge sull’asilo, che negli ultimi anni in Svizzera è sempre più peggiorata, hanno portato all’approvazione di alcune modifiche che rischiano di rendere decisamente difficile la formulazione di una richiesta d’asilo nella democratica, neutrale ed aperta Svizzera.
Ma passiamo in rassegna ogni punto del Referendum.

1) NO alla soppressione delle procedure d’asilo presso le ambasciate
Prima della revisione della legge sull’asilo di qualche mese fa, l’articolo 19 (relativo al deposito della domanda d’asilo) è stato modificato e attualmente si legge:

Art. 19 Deposito della domanda
    1 La domanda d’asilo deve essere depositata al posto di controllo di un aeroporto
    svizzero, all’atto dell’entrata in Svizzera presso un passaggio di frontiera aperto o in
    un centro di registrazione.

1bis Può depositare una domanda solo chi si trova alla frontiera svizzera o sul territorio svizzero.

Da questo articolo si nota chiaramente come chi non si trovi sul territorio svizzero o all’interno di una struttura situata in territorio svizzero, non abbia nessuna possibilità di depositare una richiesta d’asilo. Precedentemente la modifica del 28 settembre di quest’anno, l’articolo permetteva alle persone maggiormente in pericolo di depositare una domanda d’asilo nell’ambasciata elvetica nel proprio paese, per poi raggiungere la Svizzera in areo in modo diretto e sicuro.

Questa modifica impedisce a donne, bambini e malati di intraprendere un faticoso viaggio per raggiungere le frontiere della Fortezza europea, prima, e quelle della Svizzera dopo, condannandoli per sempre a restare nella propria nazione a soffrire ed a rischiare la morte. Le persone che invece riuscirebbero ad intraprendere il viaggio, si troverebbero fin da subito in clandestinità e quindi costretti ad entrare illegalmente in Europa affidandosi a passatori senza scrupoli con l’unico intento di arricchirsi sulle spalle di chi cerca una vita migliore.

L’alta Commissione per i rifugiati delle Nazioni Unite (United Nations High Commissioner for Refugees, UNHCR) ha stimato che più di 1500 persone sono morte nel tentativo di attraversare illegalmente il mar Mediterraneo. Nel Sinai è stato inoltre scoperto un grande traffico di organi umani gestito dai passatori che controllano una delle vie migratorie tra il Corno d’Africa e l’Europa, e sottopongono donne e bambini a mutilazioni e violenze, anche sessuali.
Oltre a queste notizie, che fanno certamente rabbrividire, non si però deve dimenticare che, con un’analisi dei singoli dossier direttamente nella nazione da cui il rifugiato intende partire per giungere in Svizzera, si potrebbe evitare un alto costo degli eventuali rimpatri di coloro che riuscirebbero a giungere fino a Berna per poi essere rifiutati.

2) NO alla soppressione della diserzione come motivo d’asilo

Art. 3 Definizione del termine «rifugiato»
    1 Sono rifugiati le persone che, nel Paese di origine o di ultima residenza, sono esposte a seri pregiudizi a causa della loro razza, religione, nazionalità, appartenenza a un determinato gruppo sociale o per le loro opinioni politiche, ovvero hanno fondato timore di essere esposte a tali pregiudizi.

2 Sono pregiudizi seri segnatamente l’esposizione a pericolo della vita, dell’integrità fisica o della libertà, nonché le misure che comportano una pressione psichica insopportabile. Occorre tenere conto dei motivi di fuga specifici della condizione femminile.

Recita così l’articolo 3 della legge sull’asilo dando un significato al termine rifugiato, e su quanto scritto sopra non si ha nulla da dire. È però interessante leggere il comma 3 dell’articolo 3, modificato in settembre, riguardante i disertori:

3 Non sono rifugiati le persone che sono esposte a seri pregiudizi o hanno fondato timore di esservi esposte per aver rifiutato di prestare servizio militare o per aver disertato.

È chiaro che con questo articolo l’accogliente Svizzera non ritiene i disertori persone che hanno abbandonato l’esercito per obiezione politica, a causa cioè di opinioni politiche contrastanti con quelle del regime presente nel suo paese. Se il rifiuto di servire un governo non è considerato come avere opinioni politiche divergenti, che possono quindi portare a serie conseguente (torture, incarcerazioni, morte), non so come tale rifiuto possa dunque essere definito. La stessa Svizzera propone due tipi di servizi ai propri giovani: il servizio civile ed il servizio militare. La stessa Svizzera accogliente, bella e democratica di cui ci si continua a riempire la bocca.

Anche all’interno della Convenzione del 28 luglio 1951 sullo statuto dei rifugiati, è presente il messaggio secondo cui è inteso rifugiato un individuo che si trova in grave pericolo a causa delle proprie opinioni politiche. Quindi anche a livello mondiale c’è qualcosa che non quadra.

Per fare un veloce paragone si potrebbe così pensare che, se questo articolo fosse stato scritto prima del 1940, i partigiani non sarebbero stati considerati disertori od oppositori del regime, e che quindi non avrebbero ricevuto asilo. Se i partigiani non avevano idee contrastanti al regime, non so chi mai potrà averne ancora.

I promotori del Referendum parlano invece del caso degli Eritrei che “a causa del loro rifiuto di servire la dittatura militare che c’è nel loro paese, sono esposti a torture, incarcerazioni arbitrarie, condanne a morte“.

3) NO ai centri specifici per “recalcitranti”: no a pene detentive senza motivo o processo
Secondo la legge Svizzera sono previsti dei centri specifici dove i richiedenti d’asilo sono rinchiusi, in attesa di sapere se potranno o meno restare sul suolo elvetico. Secondo la legge Svizzera queste persone non hanno commesso nessun delitto (in caso contrario sarebbero infatti rinchiuse in un penitenziario, come ogni altra persona che infrange la legge). Alla legge Svizzera queste persone danno fastidio, disturbano e non sono gradite. Purtroppo però queste persone sono sgradite non solo alla legge, ma anche alla stessa popolazione svizzera. Basti infatti pensare alle continue reclamazioni da parte degli abitanti di Chiasso a causa del centro asilanti o basti pensare ai continui attacchi di Bignasca verso questi ultimi.

Durante il dibattito i parlamentari sono giunti a parlare di “campi di internamento chiusi con filo spinato“. Si parla di centri specifici, tra l’altro utilizzando in tedesco il termine “Lager”, che penso non vada spiegato a nessuno. Si tratterebbe di centri recintati con filo spinato in cui verrebbero confinati tutti i richiedenti d’asilo, in attesa di una decisione definitiva.

Dovrebbe essere chiaro a tutti che se si rinchiude qualcuno senza motivo, senza lavoro, in sospeso, prima o poi la situazione rischia di degenerare. Perché non dar lavoro a queste persone? Perché non integrarle? Perché rinchiuderle, lontano dai centri abitati, come volendo nascondere la polvere sotto al tappeto?

Nel testo dei referendisti si legge inoltre che ” il centro specifico è una versione light […] ma l’UDC ha già annunciato il lancio di un’iniziativa per i campi d’internamento per tutti i richiedenti d’asilo“.

Migrare non è un reato: chi commette reati viene perseguito dalla legge attraverso l’applicazione del diritto penale, e viene detenuto, se caso, alla fine di un processo. Chi non accetta il rimpatrio, viene punito attraverso la detenzione amministrativa, decisa da un giudice. Chi è ritenuto “fastidioso”, “recalcitrante”, non subisce nessun processo ed è quindi rinchiuso illegalmente. Rinchiuso per il semplice motivo di essere un migrante. Rinchiudere una persona senza alcuna sentenza scritta o controllo giudiziario è illegale!

4) NO a procedure d’asilo che derogano alla legge
Con le modifiche apportate alla legge sull’asilo del 28 settembre 2012, il Parlamento ha autorizzato il Consiglio Federale a “sperimentare delle procedure test, senza una base legale”. Chiaramente questa deroga cozza contro la base della nostra democrazia, e cioè la separazione dei tre poteri (giudiziario, esecutivo e legislativo). Il potere legislativo si piega in questo modo al potere esecutivo. Il Consiglio Federale può così fare “ciò che vuole”. E la prima misura-test adottata è a dir poco sconcertante: i tempi per presentare ricorso contro una sentenza passeranno 30 a 10 giorni, rendendo impossibile per qualsiasi persona recuperare il materiale necessario ed impedendo quindi di fatto il diritto al ricorso, sancito dall’articolo 105 della LAsi.

Persino un esperto avvocato svizzero non riuscirebbe a reperire tutto il materiale necessario in 10 giorni, figurarsi un richiedente d’asilo che non conosce la nostra lingua, non conosce le nostre leggi e soprattutto si ritrova in un paese del tutto nuovo, in fuga da una vita di dolore e sofferenze.

5) NO: queste misure non sono urgenti e i diritti popolari sono violati
Il parlamento, attuando le modifiche come “modifiche d’emergenza“, impedisce di fatto ai cittadini di esercitare il proprio diritto di referendum: esso non sospenderebbe infatti l’applicazione della legge, anche se il popolo ha dimostrato di volersi pronunciare in merito. Questo è un gesto anticostituzionale, che attacca nuovamente le leggi svizzere, insulta il popolo sovrano e ne calpesta i diritti fondamentali. Il Parlamento era per di più stato avvisato anche dall’Ufficio Federale della Migrazione, il quale lo aveva avvertito sull’anticostituzionalità del ritenere queste misure come urgenti, ma ciò non ha fermato gli zelanti politici.

Concludendo, condivido il passaggio del volantino distribuito da Scintilla in occasione della serata di presentazione del Referendum di sabato 3 novembre:

    Un paese che ha costruito la sua ricchezza sulla povertà dei paesi meno sviluppati e che ha sempre sostenuto i peggiori oppressori armandoli e ospitando le loro fortune nei nostri caveau, dovrebbe avere tutt’altro atteggiamento verso le vittime delle persecuzioni che ha contribuito a creare.
    Ribadiamo perciò il concetto che nessun essere umano è illegale. Oggi più che mai è necessario lottare per una politica diversa in materia d’asilo.

Appuntamento dunque alla prossima settimana, dopo la manifestazione indetta a Lucerna a favore dei migranti, seguirà un resoconto dettagliato della giornata!

Tutti i dati e le informazioni sono stati estrapolati dal foglio di raccolta firme rilasciato dai promotori del Referendum, dal sito della Confederazione svizzera, e dal volantino distribuito da Scintilla.

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